Torno sempre volentieri in questo delizioso angolo di Toscana, dove regnano pace e tranquillità.
Ho viaggiato in macchina: in poco più di 2 ore ho raggiunto Monticchiello, un piccolo borgo medievale situato a circa 6 chilometri da Pienza. Oltre che per il suo patrimonio artistico e architettonico, il borgo è interessante per la sua peculiare tradizione teatrale. Qui, ogni anno, vengono inscenati gli spettacoli del “Teatro Povero” che vedono come protagonisti gli abitanti di Monticchiello. Da non perdere: il cassero, le mura e la Pieve dei Santi Leonardo e Cristoforo (una chiesa in stile gotico, costruita nella seconda metà del Duecento). Per il pranzo consiglio il ristorantino “Daria”: ambiente caldo, servizio cortese e cibo di qualità.
Il pomeriggio del primo giorno ha avuto come protagonista Pienza, la città “ideale” del Rinascimento, creazione del grande umanista Enea Silvio Piccolomini (diventato poi Papa Pio II). Prima di entrare nel borgo, ho fatto una breve sosta presso la Pieve di Corsignano (una chiesa romanica a tre navate, che ospita il fonte battesimale originale in cui furono battezzati sia Papa Pio II che suo nipote papa Pio III). Piccola chicca: dirigetevi verso l’ultima colonna sulla sinistra e date un’occhiata al capitello della colonna: troverete una rara scultura del serpente regolo, famosa divinità romana.
Raggiunta Pienza, mi sono immersa nei suoi romantici vicoli (su tutti quello dell’Amore e quello del Bacio). Poi ho ammirato la Cattedrale, Palazzo Piccolomini, il comune e l’incantevole piazza centrale. Su di un lato della piazza, si può ammirare un bellissimo pozzo, conosciuto come il “pozzo dei cani”. Da non perdere una degustazione tipica, con ottimi vini, crostoni e il famoso pecorino del luogo (io ho scelto Baccano, il Panino Toscano). Per dormire consiglio Oliviera Camere, che offre gentilezza e una posizione strategica a 100 metri dal centro storico (60 euro per la camera matrimoniale, senza colazione).
Secondo giorno, sveglia di buon’ora, colazione veloce presso la Gastronomia-Pasticceria-Panetteria Nuovi Sapori e si riparte; direzione Cappella di Vitaleta! Questo piccolo luogo sacro è diventato uno dei paesaggi più conosciuti al mondo. Provenendo da Pienza in direzione San Quirico, bisogna guidare fino all’indicazione “Agriturismo Cretaiole”. Da qui parte la strada sterrata. Tenete sempre la vostra destra e quando vedete un cancello sulla destra fermatevi, lasciate l’auto, superate il cancello e proseguite a piedi per 5/10 minuti, seguendo il sentiero. Dopo aver scattato le foto di rito e aver ammirato il paesaggio circostante, ho raggiunto San Quirico d’Orcia. Ci sono quattro porte della città: consiglio di entrare da quella a nordovest, per poter ammirare subito la facciata della Collegiata di San Quirico e Giulitta (una splendida chiesa romanica con elementi gotici e barocchi). Proseguendo c’è Palazzo Chigi, un bell’edificio che oggi ospita il comune della città. Camminando lungo Via Dante Alighieri si arriva a Piazza della Libertà. Qui ho visitato la Chiesa di San Francesco, che ospita la statua in terracotta della Madonna, opera di Andrea della Robbia (qui spostata dalla vicina Cappella Vitaleta). Seguendo questa strada troverete molti negozi e ristoranti, dove potrete assaggiare le specialità locali. Dirigendosi verso la fine del borgo, s’incontra la Chiesa di Santa Maria Assunta (un altro splendido esempio di stile romanico). Da non perdere i curatissimi Horti Leonini, meravigliosi giardini all’italiana, disegnati intorno al 1540 da Diomede Leoni. Al centro si può ammirare una bella statua di Cosimo III de’ Medici e all’interno è ospitata la medievale Torre del Cassero, che purtroppo andò distrutta nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Per il pranzo ho scelto il ristorante “Fonte alla Vena”, dove ho trovato un servizio cortese e dei sapori sublimi.
Nel pomeriggio, dopo una breve sosta fotografica ai “Cipressini” (uno dei punti più famosi della Val d’Orcia, sulla strada tra San Quirico e Torrenieri), mi sono diretta nell’incantevole Bagno Vignoni. E’ un piccolissimo borgo di 30 abitanti: il suo cuore è la piazza centrale, dominata dalla vasca dove sgorgano acque calde, da una polla nel terreno. Un suggestivo portico cinge la piazza nel lato corto, davanti al più antico stabilimento termale, dove un tempo si potevano effettuare fanghi, bagni e inalazioni. Dopo una bella passeggiata e un aperitivo gustoso presso “La Bottega di…Cacio”, ho raggiunto lo splendido “Podere S. Buonaventura”. Qui ho trascorso la mia seconda notte (80 euro in camera matrimoniale, con ricca colazione).
Il terzo e ultimo giorno mi ha permesso di visitare Montalcino, località rinomata in tutto il mondo per il prezioso Brunello. Questo borgo non offre solo vino, ma anche arte e cultura. Da non perdere la possente Rocca (fortezza costruita nel 1361), la caratteristica torre stretta e lunga del Palazzo dei Priori (sede del Comune), Piazza del Popolo (con la sua bella loggia gotica), il Palazzo Vescovile e le chiese di Sant’ Agostino, Sant’Egidio e San Francesco. Dopo un’ottima degustazione e l’acquisto di prodotti eccellenti presso l’azienda “Padelletti”, ho salutato Montalcino e mi sono diretta a Sant’Antimo. Si tratta di un’antichissima Abbazia, abitata nei secoli dai monaci benedettini e salvata dalla distruzione nel 1870.
Il mio ultimo pranzo è stato consumato nel ristorante “I Lecci”: un luogo incantevole, che offre sapori unici.
Sono giunta alla tappa finale: Castiglione d’Orcia, tipico borgo rustico toscano. Ha nella piazza dedicata al pittore Lorenzo di Pietro, detto il Vecchietta, il suo centro. Da non perdere la Rocca Aldobrandesca (con parti del cassero e delle antiche mura), la Pieve dei Santi Stefano e Degna (chiesa medievale, che conserva in facciata un bel portale quattrocentesco) e la Sala d’Arte San Giovanni (con opere dei grandi maestri della scuola senese dei secoli XIV e XV).
Qui si conclude la mia visita, in uno dei luoghi più belli e amati d’Italia.