E’ arrivato il giorno delle 3 “P”: pronti, partenza, Padova!
Ho viaggiato con Italo (tempo di percorrenza 3 ore e 18 minuti, costo 30 euro a/r). La stazione ferroviaria è ben collegata al centro storico da linee bus e tram. Io ho scelto quest’ultima opzione e in meno di 10 minuti ho raggiunto l’hotel “Casa del Pellegrino”, proprio di fronte alla Basilica di Sant’Antonio da Padova. Dopo un ottimo pranzo tipico veneto presso la “Trattoria Il Ricordo”, mi sono tuffata alla scoperta della città.
Il mio itinerario è partito proprio dalla Basilica “del Santo”, che è un luogo
imperdibile e suggestivo. Viene raggiunta ogni anno da milioni di pellegrini, che sostano qui per visitare le sue bellezze e rivolgere delle
preghiere. Fu costruita a partire dal 1232 per ospitare le spoglie del frate
francescano. Questo importante edificio religioso è caratterizzato da
diversi stili: la facciata romanica, il deambulatorio gotico (composto da
sette cappelle, quella più importante ospita le reliquie del Santo), le cupole bizantine, i campanili moreschi e lo splendido chiostro interno. Nella Piazza del Santo da non perdere il monumento equestre al Gattamelata, statua in bronzo di Donatello.
Da qui mi sono diretta verso il Prato della Valle e seguendo le informazioni turistiche ho incontrato il Ponte delle Torricelle. Il suo nome
deriva da antiche torri medievali che lo proteggevano, oggi scomparse. Lo
scorcio che offre sul fiume Bacchiglione è molto romantico, adatto a
scattare belle foto ricordo.
A poca distanza c’è Prato della Valle, una delle piazze più grandi d’Europa.
Nel 1775 il provveditore della Serenissima a Padova, Andrea Memmo,
trasformò questo luogo da palude malsana a centro della vita cittadina. Al centro si trova la verde Isola Memmia, circondata da un canale e delimitata da 78 statue, che celebrano personaggi famosi nati o vissuti a Padova.
Nelle vicinanze, da non perdere la Basilica di Santa Giustina, che ospita il
prezioso sarcofago dell’evangelista Luca e il Pozzo dei Martiri.
Per la cena ho scelto la pizzeria “Al Borgo”, economica e buona.
Il giorno successivo mi ha condotta nel cuore di Padova. Ho deciso di effettuare una sosta nello storico Caffè Pedrocchi, uno splendido edificio
neoclassico nato nel 1831. Le sale sono divise per colore e sono una più bella dell’altra. Io mi sono accomodata in quella Rossa e ho gustato il
Caffè Pedrocchi, aromatizzato alla menta seguendo un’antica ricetta segreta della casa.
A breve distanza c’è il Palazzo del Bo, sede dell’Università di Padova dal qui ho effettuato un’interessante visita guidata, che mi ha permesso
di ammirare luoghi unici: il Cortile Antico (della metà del ‘500), la Sala
dei Quaranta (che ospita la cattedra di Galileo Galilei, ai tempi del suo
insegnamento a Padova), l’Aula Magna e il famoso Teatro Anatomico.
Degno di nota è il busto di Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, la prima
donna laureata al mondo. Conseguì il suo titolo in Filosofia nel 1678.
A seguire ho ammirato esternamente il Palazzo della Ragione, edificato
nel 1218 e successivamente rimaneggiato. All’interno è ospitata una copia in legno del cavallo realizzato da Donatello per il monumento al Gattamelata. Questo edificio storico divide Piazza delle Erbe e Piazza della Frutta, che ospitano i mercati cittadini. Tra queste due piazze c’è un passaggio coperto da un arco, detto Volto della Corda. Qui venivano puniti i mercanti che imbrogliavano sulle misure oppure i debitori insolventi. Sul muro sono scolpite le antiche unità di misura, usate dai mercanti per
verificare pesi e quantità delle merci scambiate. Ho proseguito verso Piazza dei Signori, dominata dalla celebre Torre dell’Orologio. La torre fu rialzata e decorata nel 1428 in stile gotico; nello stesso periodo fu costruito l’orologio astronomico. Piccola curiosità: è assente il segno della Bilancia! Questo perché nel sistema zodiacale pre-romano le costellazioni dello Scorpione e della Bilancia erano unite in una sola.
Da Piazza dei Signori ho raggiunto facilmente il Duomo di Padova,
edificato nel XVI secolo. Sul lato destro è presente il Battistero, un
capolavoro affrescato nel 1375 da Giusto dé Menabuoi. Al momento sta
subendo dei restauri e alcuni affreschi non sono visibili, ma è comunque
accessibile.
Di fronte al Duomo si apre un intrico di stradine, che formano l’ex ghetto
ebraico. Nacque nel 1603 e fu abolito nel 1797, grazie all’avvento delle
idee rivoluzionarie partite dalla Francia.
La mia ultima tappa è stata la Chiesa degli Eremitani di Sant’Agostino,
costruita a partire dal 1276. Questo edificio era ricco di decorazioni
pittoriche, in gran parte distrutte da un bombardamento americano l’11
Marzo 1944.
Il mio weekend padovano è giunto al termine. Un’ultima raccomandazione:mentre attraversate le vie cittadine, prestate attenzione alla colorata street art del centro storico. Lo street artist più attivo è Kenny Random, ma ce sono molti altri degni di nota. Padova è un sogno ad occhi aperti, caratterizzato da mille sfaccettature: sarà vostro compito coglierle in modo unico e personale.